Il sindacato dei giocatori FIFPRO denuncia la FIFA per il Mondiale per Club

Un conflitto di proporzioni globali sta scuotendo il mondo del calcio. Il sindacato mondiale dei giocatori, FIFPRO, ha annunciato che i suoi sindacati europei membri hanno presentato una denuncia legale contro la FIFA, l’organismo di governo supremo del calcio mondiale. Il cuore della controversia riguarda la legittimità delle decisioni unilaterali della FIFA di fissare il calendario internazionale, e in particolare la scelta di creare e programmare il Mondiale per Club nell’estate del 2025.

La presa di posizione dei sindacati

I sindacati dei giocatori sostengono che queste decisioni violino i diritti dei calciatori e dei loro sindacati, garantiti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE, e potrebbero anche infrangere il diritto della concorrenza dell’UE. Il PFA inglese e l’UNFP francese, con il supporto di FIFPRO Europe, hanno chiesto al Tribunale del Commercio di Bruxelles di deferire il caso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) con quattro quesiti per un rinvio pregiudiziale.

La posizione della FIFA

Secondo i sindacati, la FIFA non ha intrapreso negoziazioni significative e ha continuato unilateralmente un programma di espansione delle competizioni nonostante l’opposizione dei sindacati dei giocatori. Questo include la decisione di procedere con una Coppa del Mondo per Club FIFA ampliata. I sindacati sostengono che per i giocatori più impegnati nelle partite di club e nelle competizioni delle squadre nazionali, il diritto a una pausa annuale garantita è diventato praticamente inesistente.

Le conseguenze per i giocatori

Con la Coppa del Mondo per Club FIFA 2025 che si tiene durante l’unico periodo dell’anno teoricamente disponibile per i giocatori per prendere tali pause, i sindacati sostengono che le decisioni della FIFA violano la Carta dei diritti fondamentali dell’UE, senza alcuna giustificazione seria. I sindacati ritengono che l’obiettivo di questa nuova competizione sia di aumentare la ricchezza e il potere dell’organo di governo mondiale del calcio, senza un’adeguata considerazione per l’impatto sui giocatori coinvolti o su altri stakeholder all’interno del calcio professionistico.