La disputa legale sulla Juventus si intensifica: il consulente Enrico Stasi contesta il suo compenso
Mentre l’Italia è impegnata nel campionato europeo di calcio Euro 2024 in Germania e il calciomercato estivo è in pieno svolgimento, una vecchia indagine che ha coinvolto la Juventus continua a fare notizia. Questa volta, il centro della controversia è il consulente finanziario Enrico Stasi, che ha svolto un ruolo cruciale nell’indagine sulla società di calcio bianconera. Il suo compenso per il lavoro svolto è diventato oggetto di disputa in tribunale.
Stasi è un rinomato commercialista, specializzato in procedure fallimentari, che dal 1978 svolge prevalentemente incarichi per i tribunali. È stato lui a esaminare i bilanci, le plusvalenze e i ricavi della Juventus nell’ambito dell’inchiesta sulla società. Il suo lavoro ha fornito elementi cruciali che hanno permesso alla procura di formulare le accuse contro la Juventus e i suoi ex dirigenti. Tuttavia, il compenso richiesto da Stasi per il suo lavoro è ora al centro di una controversia legale.
Secondo quanto riportato da ‘Repubblica’, il consulente ha contestato la seconda liquidazione del suo compenso, che è stato ridotto di una percentuale significativa e considerato eccessivo. In risposta, il procuratore Emilio Gatti ha spiegato le ragioni del taglio. Stasi aveva ricevuto l’incarico il 29 settembre 2021 dai pm Mario Bendoni e Marco Gianoglio, con un’integrazione il 9 dicembre 2022 a seguito della ‘manovra stipendi’.
Stasi aveva richiesto circa 200.000 euro per il primo incarico e 90.000 euro per il secondo. Il suo lavoro, che ha esaminato vari aspetti della Juventus, continua a fare notizia, seppur per questioni relative al compenso. Per il primo incarico, il compenso è stato ridotto del 40%, mentre per il secondo, il pm ha ritenuto equo un compenso di 60.000 euro. La situazione, quindi, resta ancora da risolvere.